19.2.10

DEI PLAGI, DEI FUMETTI E DELLE PENE




Amichini carissimi
anche se non ve ne frega nulla del Festiwal, ieri sera, a cena tra amici musicisti, ci siamo deliziati con la di lui visione.

La canzunciella di Pupo Ghinazzi, Emanuelle Filibestia e il ridicolo tenore comparsa (guardatevi il loro video su youtube, abbiate il coraggio di ridere in faccia all’orrore!) è spudoratamente scopiazzata da “Canzone di vita quotidiana” di quel simpatico beone di Francescone Guccini.
Provare (sempre cercando sul tube) per credere.

Ma adesso parliamo un poco di comix...
Come sapete. ho l'onore di editare i fondamentali fumetti di Giorgio Rebuffi, con particolare attenzione alle gloriose gesta del lupo Pugaciòff.
E oggi mi garba condividere, coi 4 gatti che leggono questo blog, alcune banali considerazioni su Cucciolo ed il fumetto comico in generale...

Alcuni critici di fumetti e molti appassionati, hanno spesso snobbato le avventure Cucciolesche (e di tanti altri personaggi comici definiti minori…) perché, a parer loro, scimmiottanti le famose gesta dei più facoltosi colleghi americani.
Questo non è vero.

Forse, fino ai primi anni sessanta, vivono ancora sul Cucciolo e altre testate, alcuni strascichi di forzato stelle & strisce dovuto a prona idolatria ed eterna riconoscenza verso i “liberatori”(che perdura assurdamente ancora oggi), ma è altrettanto vero che con il boom economico e commerciale, le nevrosi che ne seguirono sono tutte italiane e soprattutto “all’italiana”.
Ne sono prova lampante le storie di questo secondo cofanetto, dove vicende e personaggi, si staccano definitivamente dalla banalità statunitense per assumere i toni melodrammatici o scanzonati della commedia di Totò & Peppino, nonché le caratterizzazioni macchiettistiche di Alberto Sordi, se proprio vogliamo fare dei paragoni…
E’ pur vero, bisogna riconoscerlo, che nel Topolino d’allora, un’idea di spensierato italiano si respirava, infatti è proprio quello l’unico periodo d’oro (durato fino agli inizi degli anni ottanta) che diede lustro a paperi & topi e milioni di copie vendute al settimanale. Non bisogna dimenticare che il fuggi fuggi generale degli autori più capaci, che affossò qualitativamente le storie e i personaggi comici “minori”, è in larga parte dovuto al diverso e miglior trattamento economico del Topolino Mondadori; tutto ciò ridusse la sana concorrenza degli editori “diversamente ricchi” ad un impotente stato di prostrazione, avviando il lento e definitivo declino del fumetto di fantasia (che tocca nel nuovo millennio anche a Disney Italia, per surreali avvicendamenti alla direzione creativa ed edulcorate politiche editoriali, buoniste a tutti i costi… ben gli sta!).

Ho sempre preferito la lettura Cucciolesca per motivi di aderenza ed identificazione col reale quotidiano, per veritiera ed umana umanità descritta, perché chi moriva… andava davvero all’altro mondo, e si fumava nonché sbevazzava senza senso di colpa alcuno. Ma diciamola pure tutta: il lupo Pugaciòff è l’unico protagonista nel comico ad avere un’incalzante continuity ed evoluzione autoriale, come una soap opera in salsa comedy, trattamento che nessun altro può vantare nella storia editoriale dello stivale.
Ad esempio, la saga dei siliconi o ancor meglio le vicende del robot Bombarda, attraversano numerosi episodi spalmando il plot narrativo su altrettante puntate a seguire.

Mi dispiaccio non poco se penso che non avendo avuto a disposizione la necessaria potenza economica Disneyana, tutto il carrozzone comico del Belpaese si sia dissolto nel nulla, e ancora mi cruccio per non possedere io la giusta liquidità monetaria per farlo risorgere o perlomeno restituirne il meglio con decine di volumi come quelli che editiamo con l'associazione culturale Annexia (www.ottag.it) ma dedicati ad altri personaggi storici che tutti voi ben conoscete.
Certo, se ai bei tempi avessero tentato la via del cartonato alla francese per libreria, con storie di più ampio respiro appositamente realizzate, qualcosa di più sarebbe sopravvissuto; se avessero fatto pupazzi e giocattolame vario, i personaggi avrebbero penetrato più a fondo nel tessuto dell'immaginario e non. Se i boriosi cinematografari del Sacro Romano Impero li avessero resi protagonisti di cartoni animati in contrasto con l’invasione gialla (che perdura assurdamente ancora oggi), li trasmetterebbero ancora adesso…

Ma veniamo all'arringa finale: una bacchettata di media intensità sulle mani a tutti quelli che piangono la crisi del fumetto dovuta ad altrettanta crisi del paese tutto, e ancora dei valori umani in crisi causa crisi.
Chi voleva capire ha già masticato, sputato e digerito da anni fatti e persone, buoni e cattivi, belli e bestie. Chi fa finta di non comprendere emette sospiri collusi e spera, magari speriamo che, ci vorrebbe chissà... forse un giorno?
In realtà hanno ferma volontà e convenienza nell'involvere ed evitare con attenzione d'inventar storie moderne (occhio: non idee riciclate ma nuove di pacca, diverse pericolose regole, a rischio d'incompatibilità popolare e denuncia).
Dite che il fumetto è morto? Allora una prece e abbiate le palle di staccargli la spina scomparendo con lui. Oppure fate meno ma fatelo meglio (come fanno gli onesti con se stessi che esistono e lottano).
Siamo una sacca di resistenza, andremo avanti con Annexia finchè avremo voglia, finchè ci divertiremo a progettare e realizzare tutto questo, anche se non ci guadagnamo una lira.
Abbiamo smesso di incazzarci a vuoto perchè l'immobilità nel settore è stata premeditata e pianificata secondo le migliori regole fantascientifiche dell'astratto astrale; quindi schiaffeggiatevi da soli anziché lagrimare davanti a microfoni di sterili soporifere conferenze, e non rompete più le scatole che qui abbiamo da lavorare.
Sazi dal quieto navigare sotto una comica rattoppata bandiera, secondo le nostre libere ingessate menti, nella piccola nicchia isola isolata di quei quattro dinosauri che ci leggono.
Felici di accontentarci di piccoli numeri e gioire per il pareggio in bilancio, poveri ma belli.
Le code di paglia obbietteranno che proponiamo roba vecchia di mezzo secolo e non certo neoavanguardia e futurismi d’occasione...
Risponderò che dopo un'attenta lettura scopriranno vizi, vezzi, manie e debolezze sociali d'un tempo, uguali a quelle d'oggi e con probabilità somiglianti a quelle di domani, solo con diversi abbigliamenti. Il tutto condito dal Reb's touch, il tocco leggero e caustico con garbo di Giorgio. In una veste grafica moderna e accattivante, prezzo ridicolo e un sommario ragionato per palati consapevoli di ieri e nell'oggi. Fumetti sempreverdi che tutti devono conoscere perchè patrimonio nazionale in via d'estinzione, specie protetta, bla, bla, bla...

E poi non vorrei che mio figlio leggesse solo il Topolino post 2000 e pensi che è una boiata pressapochista, e quindi generalizzi e deduca un giorno che i fumetti sono stupidi tutti quanti...
E smetta di leggerli.

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