14.6.10

E' FACILE ESSERE FINOCCHI COL CULO DEGLI ALTRI



Questo ex belpaesello ha perso l'ironia

la leggerezza e la gioia creativa

preferisce piangere su se stesso

o reagire con ignorante rabbia violenta

una distorta valle di lagrime

con un bel crocifisso a centrocampo

un bavaglio sulla bocca

e niente tappo al culo.




"... vedo in realtà tutto ciò che faccio come parte dello stesso “disegno universale” che ho in testa".
Parto da qui, da una frase di Sergio Ponchione.



Così è nella realta di ogni "autore" puro che libero esprime segni e ossessioni varie su fogli sparsi.

Qualche dubbio di tanto in tanto, ma fanno parte del gioco, che comunque non si ferma.
Niente supplementari, niente rigori, partita perpetua fino al fischio della nera signora.


Chi racconta storie

chi piange su foglie secche che cadono

chi disegna mostri

chi belle fighe

chi pupazzi con peni enormi

comunque tutti a curare il proprio demone grafico mentale.



Permettersi di non scendere a compromessi con nessuno è una precisa scelta, un lusso condivisibile perchè origina una libertà invidiata.

Invidiata da tutti quelli che continuano a non pensare al medium fumetto come una faticosa forma artistica(e artigianale) e talvolta lavorativa et remunerata.

Chi viene pagato più di quel che merita
chi viene pagato il giusto
chi poco
chi nulla
comunque comparabile al sistema produttivo ItaGLIa.

Ma si disegna comunque, non si molla mai, la maledizione è ossessiva, quasi skizoide ma benevola.

Perchè in fondo ci si accontenta di un vivere quotidiano onesto con se stesso, di un bicchiere di vino e un pugno di riso.




Le ultime polemichine sugli autori vecchi che devono lasciare il posto ai giovani mi lasciano parecchio perplesso, taluni colleghi amano dare aria ai denti.
La storia insegna che nessuno lascia il proprio lavoro (se lo soddisfa), poltrone (se son comode), sedie, sdraio e neanche il posto sul bus alle donne incinte…

Una cosa sensata da fare è affiancarli come si può, con progetti propri cercando di farsi spazio.

Chiaro è che spingere da soli sortisce effetti limitati.
Meglio se agevolati da testate che già raggiungono il grande pubblico (che è e rimane una bestia strana e complessa), che ti fanno girare il segno, il personaggio, lo stile.

Allora la strada cambia pendenza, la salita è meno impossibile pur rimanendo faticosa, si galleggia con un bracciolo mezzo sgonfio, si zoppica ma si procede.

Non succede mica sempre, anzi, è abbastanza raro.





Prendiamo Canemucco ad esempio.
Io non conoscevo Makkox manco sulla rete.

Io come il grande pubblico distratto delle edicole.
Makkox ha una possibilità, un giocattolo personale, un veicolo.
Che magari preferiva tenere solo in rete.
Magari no.
Non ci interessa.
Fatto sta che è sul mercato grosso (in crisi, e bla bla bla, però tant'è).

Anche i Superamici (Maicol & Mirco, Tuono Pettinato, Ratigher, etc.) hanno avuto il trampolino romano di Coniglio per tuffarsi da una discreta altezza con XY Comics.

Niente di nuovo.
In passato toccò a Pazienza (Tamburini, Liberatore, Scozzari etc) con Frigidaire. Don Zauker con Il Vernacoliere.
Leo Ortolani con Panini Comics che vende più dell’Uomo Ragno (incredibile, non riesco a capacitarmene…).

E Gipi & Igort con Coconino.

E non c'entra nulla se apprezzo o meno il loro lavoro, quello è soggettivo e non riguarda il tema.




Chi vince l'oro
chi arriva ultimo
chi muore
chi diventa invisibile suo malgrado
non dipende in esclusiva dalla bravura dell'autore, lo decide il pubblico, un editore o un direttore di produzione cassamortaro.

E l'Italia di 'sti tempi è quello che è...

Come sempre, mi direte voi, anzi peggio...
Beh, in effetti sono conclamati ed esplosi i sintomi nefasti già visti in passato.


Lo spazio si è ridotto e sono aumentate le porte in faccia per tutti.
Porte in faccia che sono sempre esistite e da cui nessuno (dei non paraculati) è esente…



Ve ne butto li una delle tante successe a moi...

Anni or sono ho chinato Alan Ford a pennello per un po' di tempo.

Mi sono licenziato perchè trattato a pesci in faccia.

Umiliato.

E non ero certo nella condizione di potermi permettere un'alzata di testa del genere, avevo un figlio appena nato ed una moglie in casa a fare la mamma.
E nessun aiuto fisicopsichicoeconomico.

Entrate da musicista, quindi altalenanti.

Una prece.
Ho scelto comunque la libertà nel rispetto di quel disegno generale che ho nella testa.
Resettare e ripartire con invenzioni improvvisate ed istintive, leit motiv ricorrente e sano.




Ma claudicante è bello.

Quindi, sempre avanti a testa alta.

Contrattando i patti se ne vale la candela.
I trampolini s'incontrano strada facendo.

Mai cristallizzarsi
e non fatevi mangiare il belino dalle mosche.


Baciamo le mani


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