18.1.11

FIGLI D'ITALIA



La scorsa settimana ero in biblioteca col mio figliolo, nel salone dedicato all'infanzia.
Mentre era intento a giocare con un suo amichetto incontrato per caso in loco, mi sono sfogliato una pila di TOPOLINO.
Diciamo che me ne sono sfogliati una trentina, degli ultimi usciti.



Non per fare il solito criticone a cui nulla va bene ma, ma...
un deciso senso di malessere mi colse al decimo albo, per i seguenti motivi:

1 - Gli agghiaccianti editoriali della direttrice che vertono sulla perfetta sintonia tra il giornalino e il piccolo pubblico, una roba dal sapore molto "Donna Moderna" e "Cosmopolitan".
2 - I disegni che sembrano a colpo d'occhio tutti uguali (tranne Chierchini, Asteriti, Gatto e ML Uggetti che infatti sono dei vecchi maestri e mantengono un tratto personale), tutti fedeli al Cavazzanesimo nato negli anni '90 (senza nulla togliere al bravo Cavazzano, per carità), tutti costretti ad essere uniformi (come per Julia della Bonelli, per intenderci).
3 - Sapere che molti autori che conosco perchè concittadini genovesi, siano costretti a stare dentro i limiti grafici di cui sopra, per ovvi motivi alimentari.



4 - Le storie improbabili, senza malattie, senza povertà, senza sigarette, senza vino o grappa, senza armi, senza verità alcuna.
5 - I tristi comprimari delle storie di paperi&topi, derivati da icone stagional-televisive dello stivale, che rendono il tutto una versione per bambini delle riviste di gossip.
6 - I redazionali ultramoderni e tecnologici.
7 - Il buonismo a tutti i costi che rende inerti e scemi.
8 - I colori spenti e piatti dei fumetti, che meglio fanno risaltare le pagine pubblicitarie di giocattolame vario.



Insomma, questo è il pasto cartaceo di molti bambini italiani da OLTRE un decennio.
Un Topolino che si clona di settimana in settimana, sempre uguale a se stesso.



Poi penso a cosa c'è in edicola per i nostri figli.
Ma certo..!
C'è IL GIORNALINO delle Edizioni Paoline.
Con tanta bella pubblicità per l'amico Gesù e sottaname dark in generale.
Servizi caritatevoli su negri ed etnie diverse ma stando ben attenti ad oscurare omosessuali e pericolosi concetti animali similari.
Fumetti che è meglio non parlarne (ed anche qui c'è frustrazione perchè alcuni loro collaboratori sono cari amici che lavorano ben al di sotto delle loro possibilità) di cui salvo SOLO Pinky e le spiritosate del buon Totaro.



Rimane la PIMPA che ha e mantiene una sua dignità.

GIULIO CONIGLIO, che trovo una ributtante scopiazzatura della cagnolina a pois del grande Altan.

E un'accozzaglia di riviste varie ed eventuali su BRAND di moda come HALLO KITTY, BEN10, GORMITI, PLAYHOUSE DISNEY, CARS et similia, che sono solo veicoli pubblicitari di GiocattoliGadgetVideogamesAbbigliamento con scarso contenuto educativo (per non dire nullo).



Mini cappellone d'amarcord...
Il secolo scorso, ai miei tempi, c'erano solo la BARBIE & BIG JIM, CICCIOBELLO e MACCHININE, INDIANI & ASTRONAVI SPAZIALI, Balocchi e profumi che però non avevano riviste collaterali cartacee.
C'era anche Cucciolo, Tiramolla, Geppo, Provolino, Trottolino, Braccio Di Ferro, Gatto Felix, Soldino, Nonna Abelarda, Silvestro etc etc., decine di personaggi legati solo alla tradizione della fantasia.
Si, vabbè, Provolino era un pupazzo televisivo di Raffaele Pisu, Silvestro,Felix e Braccio erano robe dei cartoon, ma trattati in modo diverso da oggi, su questo non ci piove.
Poi furono i MASTERS OF THE UNIVERSE e vari giornalini a fumetti (spesso disegnati col CULO perchè costava meno) sui cartoni animati giapponesi negli anni '80: Cartoni in TV, Noi Supereroi, TV Junior, Mazinga Z, Atlas Ufo Robot etc etc
... che ancora una parvenza fantasiosa la mantenevano...
ma era l'inizio della fine.

Oggi il nulla.



Cosa legge mio figlio?
I vecchi libri e i comics della mia infanzia, che ho conservato e polverosi volumi che trovo nelle fiere del fumetto.
Di tanto in tanto gli prendo qualcosa in edicola che desta la sua attenzione per il gadget in omaggio (e non per il giornalino che lo propone, che viene dimenticato dopo una sfogliata e snobbato se riproposto alla sua attenzione nei giorni successivi...).
Sono comunque i vecchi modi narrativi che destano la sua curiosità, che riescono a comunicargli qualcosa.



Perchè la cultura non è un gadget.
E questo lo sa anche lui a cinque anni.



PS - Tra le parole ed a seguire, una ricca gallery di cover & C. tratte da PSIKOPAT prima e terza serie..!



















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