26.2.11

EPITAPH



Nascere nel 1971, poco prima o poco dopo, ti colloca in una condizione generazionale malevola.
C'è una somiglianza, un'affinità, un solidale sottinteso sorriso di umani che condividono un'inerzia comune.
Ma anche un amore per l'ideale di libertà, bellezza e verità.

Cosa eravamo, cosa ricordiamo, cosa vorremmo ancora..?
E soprattutto, come dovrebbe essere..?

La vittoria del bene sul male, inanzitutto.
L'alabarda spaziale, Vega che perde, Hydargos si arrende.

Ma più concretamente.
Esplosioni di sensati prodotti cartacei e cinematografici made in Italy, oggi del tutto scomparsi a favore di un'illusoria semplificazione dittatorial commerciale che non prevede poteri alla fantasia e alla bellezza.

Una scuola di maestri disegnatori (ed attori/registi) da far paura al mondo intero...!
E invece siamo solo spettatori del loro naturale trapasso che mette in primo piano opinionisti stagionali e non il valore delle loro opere. Raccolgono il testimone dei cloni modaioli e fighetti.

Una naturale pulsione nazionale all'entusiasmo del fare e dell'agire per il bene comune, ora repressa e cristallizzata nelle ramificazioni pseudo mafiose delle conoscenze per arrivare ad occupare posti di normale spettanza.

L'obbligatoria educazione al riso per mezzo di raffinati comici e demenziali cabarettisti surreali, non l'irreversibile deriva del divertimento nazional popolare, propinato dai media(set) & C. che non fa ridere una sega.
Anzi, forse fa ridere i bambini, poveri bambini... cosa gli tocca vedere.



Siamo cresciuti con l'eccellente canzone italiana
con una coscienza sociale e civile sana ed educata
con pochi ma buoni giocattoli
con la tivù in bianco e nero che trasmetteva spettacoli teatrali con Alberto Lupo
con le grandi orchestre e il belcanto.
con intelligenti proposte per l'infanzia
con il profetico Pasolini
con le Sturmtruppen
con mezzo bicchiere di rabbia e rivoluzione

OGGI, NON RIMANE NULLA DI TUTTO QUESTO.
FACCIAMOCENE UNA RAGIONE.



I MIGLIORI SONO MORTI E STANNO MORENDO.
QUELLI CHE RESTANO SONO MESSI ALL'ANGOLO, INVISIBILI, MESSI A TACERE, RESI INNOCUI.

LE GENTI CHE POTREBBERO DIRE/FARE QUALCOSA SONO DIVENTATI TUTTI SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DEGLI INTERESSATI MEDIATORI CULTURALI CHE SERVONO IL PADRONE IN FUNZIONE DELLA LORO SOPRAVVIVENZA, A TUTTI I LIVELLI: NEL FUMETTO, NELLA MUSICA, NELLA LETTERATURA, NEL CINEMA, NELLA GRAFICA.

OGGI COMANDA IL PAPA, IL DIRETTORE DI CHIESA CATTOLICA S.P.A.
LO SCIAMANO BIANCO E ORO, CE LO PAGHIAMO DA UNA VITA.



E ADESSO..?
E DOPO..?
E I NOSTRI FIGLI..?
GLI FAREMO MANGIARE CULI, CALCIO E CAZZATE COME SE NIENTE FOSSE..?

VIVA L'ITALIA..?
DI CHI..?

E ricordate che il fluoro fa male più del piombo.
Il fluoro si usa per assoggettare le masse.
Con cosa vi lavate i denti..?

PS - Le immagini sono del Cimitero delle Fontanelle a Napoli.

23.2.11

I COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA


Tizio litiga con Caio.
Caio litiga con Sempronio.
Tizio e Caio litigano con Sempronio unendo le forze telematiche.
Cassio e Marcantonio stanno a guardare facendo finta di niente.

Si, succede così ANCHE nel "dinamico" mondo del fumetto italiano.
Forti del muto comizio bloggistico ed eccessivamente stimolati per decenni dal litigio stile talk show, ci si scanna a vicenda in rete.

Tra l'altro Tizio non è totalmente un coglione e talvolta dice cose giuste.
Caio e Sempronio anche.
Cassio e Marcantonio talvolta mostrano segni di sensibilità umana e di umanità.
Ma tant'è che il culo si stringe, la bile supera il livello di guardia e la reazione squilibrata è servita.



Se poi ci sono antipatie personali (che nessun lettore casuale conosce) si affilano le penne e si vomita tutto il veleno possibile su argomenti oscuri e misteriosi.
Con piroette, salti carpiati, esercizi di stile ed ironia che comunque vada, sfogano in una tristezza di fondo, di un malessere che viene trasmesso all'utente di passaggio.

Il bello è che poi, quando Tizio, Caio e Sempronio, si vedono di persona nelle fiere del fumetto, manco si sfiorano.
Anzi, si snobbano come femminelle stizzite.
Mentre molto meglio sarebbe se si prendessero a giornalate in faccia, calci e manate sparse.



Il mondo del fumetto somiglia parecchio ad un asilo, al doposcuola della parrocchia.
Dove i grandi e potenti editori fanno i maestri educatori (e gran sacerdoti) che tengono sotto le loro paterne ali, gli indisciplinati e bizzosi fanciulli.



Fanciulli spesso maleducati per colpa di una cattiva educazione civile.
Bimbetti che, travolti da smisurato ego, pensano prima alla goduria personale ed alla soddisfazione delle loro elecubrazioni mentali e poi al senso energetico dello scritto appena postato.
Lo so bene, lo faccio anch'io senza accorgermene.



Poi ci sono i bidelli, gli operatori scolastici, i critici, i moderatori, che con il loro lavoro di supervisione tentano di mettere in ordine e fare il punto (spesso lapidario e limitante) della situazione.

Lotte intestine sono sempre in agguato, in ogni dove, a discapito di chiunque sia in disaccordo col pensiero del momento interiore della persona con cui si interloquisce.

Io stesso, per avere detto, sinceramente, che non gradivo un tal fumetto, mi sono visto levare il saluto dall'offeso fighetta.

Ecco, possiamo dire anche il "dinamico" mondo dei fighetta e delle suocere velenose, dei sepolcri imbiancati e dei conservatori ultracattolici.
Calza giusto ma alla lunga annoia.
Come ha ampiamente annoiato il ring mediatico della politica.



PS - I disegni a corredo del post sono del grande Hunt Emerson..!

17.2.11

DEI GOSSIP E DELLE MINCHIATE


Un giro su Sanremo, lo ammetto, me lo faccio tutti gli anni. Fa parte di una cultura popolare martoriata da decenni.
Di solito lo si guardava distrattamente con gli amici musicisti, in una leggera serata di convivio culinario con annesso ascolto e conseguenti riflessioni sulle produzioni musicali dell'anno.
Quest'anno niente convivio, me lo sono visto solo soletto, un'intera serata, in cuffia, per ascoltare le canzoni, gli arrangiamenti.

Sanremo non è il polso dello stato della musica italiana creativa ma sulla qualità delle produzioni delle case discografiche.
Su quello che butteranno sul mercato per gli adolescenti e per pochi nostalgici, casalinghe, gerontofili che piangono di frustrata nostalgia ascoltando Vecchioni e il bolso Al Bano Carrisi.
Sull'ascolto proposto ai poveri giovinetti incoscenti fruitori di derivate suonerie per i cellulari.
Dei gossip e delle minchiate che inframezzano i brani, francamente, m'importa una sega (difatti tra una canzone a l'altra mi sfogliavo Nocturno Cinema).
La qualità della programmaziona RAI non è MAI stata entusiasmante quindi nessuno si potrà meravigliare di presentatori ingessati e di legnose vallette dai denti bianchi e casti vestitini da sera.
Evito il discorso sugli ospiti tipo l'inutile Benigni e gli attori internazionali perchè sarei spietato, impopolare e rabbioso.

Fare un disco oggi serve solo come veicolo promozionale per trovare concerti, non se ne vendono più dai tempi di Napster, il mercato discografico è collassato. La musica si scarica con buona pace dei discografici. D'altronde coi prezzi che hanno sempre messo sui dischi nuovi, se lo sono meritato.
Oggi si guadagna di più di diritti SIAE con la vendita delle suonerie che con i CD nei negozi.

I dischi semmai si vendono ai concerti.

10.2.11

FASCINATION


Ancora oggi, come da bambino, subisco l'ossessiva fascinazione dell'edicola.
Non riesco ad esser indifferente quando ci passo davanti.
Rallento e guardo.
Spesso mi fermo.
Quasi sempre.
E sbircio ostinato nell'orgia di carta, alla ricerca di qualcosa di indispensabile, di desiderato, di atteso.
Poi un sospiro, niente da fare.
Morte cartacea della proposta ludica.
Allora avanti, prossima tappa distratta all'edicola dopo, come la scansione temporale delle sigarette.
In un certo senso inutile.

Da pischelletto questa sana abitudine era ben ripagata da decine di testate.
Cucciolo, Tiramolla, Geppo, Braccio di Ferro e molto (come ricorderete), molto di più.



Oggi come allora, resiste inossidabile nel tempo, una decisa viziosa fascinazione per la pornografia fotocartacea (orfana comunque dei tascabili soft core, hard core, Supersex e neri), la sintesi pecoreccia oculare maschile delle copertine incellofanate, l'ormone caliente improvviso, ma questo è un altro discorso.




Cosa compro oggi nonostante i pianginonna telematici con cui vi tedio..?

Di ciò che erano le mie (e vostre) letture sopravvive poco o nulla.
Acquisto regolarmente Diabolik (per la cura artigianale ed appassionata), Alan Ford (per questioni di completismo collezionistico), Spiderman e Devil (si, lo ammetto).
Ci aggiungo un pizzico di epica con Dago Ristampa (il mensile con la peggiore grafica di copertina degli ultimi 20 anni..!!!), Nocturno Cinema (anche se sottotono e ben lontano dai fasti d'un tempo, ma tant'è...), raramente Fumo di China.
Qualche sporadico allegato dei quotidiani che mi appassiona (sapeste quanto mi ha schifato vedere il grande SERGIO TOPPI massacrato dall'orripilante confezione a cura, si fa per dire, dei papisti paolini; tanto che, a malincuore, non ne ho preso neanche un volume..! Vergogna..!!!)
Ma come..?!? E Bonelli niente..???
No, giusto Zagor e Mister No da fanciullo.
Rispetto Bonelli in quanto mantiene oltre 200 colleghi con la sua azienda, ma dopo i primi 50 numeri (o poco più) di Dylan Dog e i fondamentali personaggi di Carlo Ambrosini (Napoleone e Jan Dix), tutto il resto è noia.

Certo, potrei fare a meno di prendere Spiderman e Devil, ma l'abitudine è dura a morire.
Continuerò a cedere, soddisfacendo queste leggerezze post-adolescenziali, con rassegnata timida vergogna.

Cosa mi piacerebbe trovare, un bel giorno?
Qualcosa di sensato da comperare con piacere al mio figliolo, ad esempio (me lo dite che cosa, di grazia, gli posso proporre di antitetico all'ipocrita Disney pensiero imperante..?).
Qualche bella rivista disegnata storta, dada surreale, cinica e sporcacciona quanto basta.
Insomma, qualcosa di popolare che non parli con linguaggio ultracattolico, di seghe mentali o dei (sospiratissimi introspettivi) cazzi degli altri.

Non ce ne sono.
Stattene a casa.
Punto.

Bah...

Consigli videoludici del bimestre:
MAMMUTH con Gérard Depardieu e Isabelle Adjani
BLACK SWAN di Darren Aronofsky con Natalie Portman
PRECIOUS di Lee Daniels con Gabourey Sidibe (che poteva essere più morbosetto ma vabbè...)
e il prequel di SPARTACUS, GODS OF ARENA che non delude le aspettative.
Meno male.
Accontentiamoci.

PS - Per qualcosa di meno impegnativo ma discretamente divertente, vedasi PARTO COL FOLLE di Todd Phillips con Robert Downey Jr. e Zach Galifianakis. Mi ha fatto ridere.

2.2.11

DA MANGIARE ABBIAMO TORTA DI RISO O PRENDERLA NEL CULO... TORTA DI RISO FINITA..!



Così recitava un intelligente tormentone ad opera di due cari amici cabarettisti, sull'ospitalità dei genovesi.
Tormentone che calza a pennello per una situazione come quella del nostro popolo ex sovrano.
Un popolo contento dell'esistenza delle chiese, dal suono delle campane, rassicurato da nere sottane svolazzanti.
Contento di un Premier che fa il cazzo che gli pare con evidente strafottenza, a chiappa flaccida.
Rassicurato della falsa compagnia videoludica.
Fascinato comunque dal carro allegorico dei poteri forti.
E che comunque accetta, interiorizzando bestemmioni d'ogni sorta, gli ennesimi aumenti dei trasporti pubblici (treni e bus nel caso specifico di Genova), prendendosela però a male parole con chi gli vende i biglietti, che nulla c'entra con l'aumento.

Brutta abitudine quella di prendersela con chi non c'entra nulla.
Derivata dall'abuso dei talk show inaugurata dal sig. Maurizio Costanzo e poi allargatasi a dismisura su tutte le reti dell'infernale ipocrita scatola dei sogni, sdoganando e beatificando l'ignoranza e l'ignorante, insegnando l'invidia per il vicino fico, quello dell'erba più verde, proponendo un forsennato rabbioso abbaiare per essere.
Abitudine che ha contagiato il tessuto sociale di questo paese.
Se di sociale si può ancora parlare.

Procediamo comunque a denti stretti
credendo nei nostri importanti progetti di vita e di lavoro
scansando le intemperie
rendendo accettabile un'imposta surrealtà quotidiana
che non manca di esagerare ad ogni giorno che passa.

Auspicabile è un sonno dei mostri che generi una nuova ragione.

Ma come passa il giorno
passa anche tutto il resto.
Trattasi solo di questione di tempo.
La primavera si avvicina.