17.2.11

DEI GOSSIP E DELLE MINCHIATE


Un giro su Sanremo, lo ammetto, me lo faccio tutti gli anni. Fa parte di una cultura popolare martoriata da decenni.
Di solito lo si guardava distrattamente con gli amici musicisti, in una leggera serata di convivio culinario con annesso ascolto e conseguenti riflessioni sulle produzioni musicali dell'anno.
Quest'anno niente convivio, me lo sono visto solo soletto, un'intera serata, in cuffia, per ascoltare le canzoni, gli arrangiamenti.

Sanremo non è il polso dello stato della musica italiana creativa ma sulla qualità delle produzioni delle case discografiche.
Su quello che butteranno sul mercato per gli adolescenti e per pochi nostalgici, casalinghe, gerontofili che piangono di frustrata nostalgia ascoltando Vecchioni e il bolso Al Bano Carrisi.
Sull'ascolto proposto ai poveri giovinetti incoscenti fruitori di derivate suonerie per i cellulari.
Dei gossip e delle minchiate che inframezzano i brani, francamente, m'importa una sega (difatti tra una canzone a l'altra mi sfogliavo Nocturno Cinema).
La qualità della programmaziona RAI non è MAI stata entusiasmante quindi nessuno si potrà meravigliare di presentatori ingessati e di legnose vallette dai denti bianchi e casti vestitini da sera.
Evito il discorso sugli ospiti tipo l'inutile Benigni e gli attori internazionali perchè sarei spietato, impopolare e rabbioso.

Fare un disco oggi serve solo come veicolo promozionale per trovare concerti, non se ne vendono più dai tempi di Napster, il mercato discografico è collassato. La musica si scarica con buona pace dei discografici. D'altronde coi prezzi che hanno sempre messo sui dischi nuovi, se lo sono meritato.
Oggi si guadagna di più di diritti SIAE con la vendita delle suonerie che con i CD nei negozi.

I dischi semmai si vendono ai concerti.

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